La giustizia di Dio

La semina del mattino

240. «Se il malvagio si converte dalla malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso» (Ez 18,27). Il modo di agire di Dio è giusto anche se l’uomo, limitato nella sua conoscenza e nella valutazione di cose divine, non sempre lo comprende. Dio ancora di più agisce direttamente nel manifestare la sua giustizia in termini di perdono, accoglienza ed anche di condanna. Tante volte, come documenta la Scrittura, scende quasi a patti con l’uomo discutendo con lui, tessendo un’apologia ricca di logica e sapienza. Non ha piacere della morte del peccatore ma che si converta e viva. Per cui quando un malvagio desiste dalla sua strada di perdizione e agisce con giustizia e rettitudine, egli si salva. Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e dalla verità e compie il male, egli morirà. Si tratta di conseguenze logiche frutto di libera scelta che espongono l’uomo alla sua responsabilità di salvezza o di perdizione. Dio non c’entra nulla: si raccolgono le conseguenze delle proprie scelte condizionate o meno da se stessi, dall’ambiente di vita, dalle persone che sono attorno. Spesso si chiama Dio a responsabile di una sorta di ingiustizia ingiusta, ma non si tiene conto che a determinati traguardi o conseguenze si giunge per aver scelto deliberatamente un comportamento invece di un altro. La misericordia di Dio è sempre legata alla giustizia ed alla conseguenza logica di quanto la creatura umana, responsabilmente e volutamente, sceglie di fare o di non fare, di essere o di non essere. P. Angelo Sardone.