Zaccheo e la conversione

239. «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5). La curiosità di vedere ed il desiderio di entrare in relazione con un altro, tante volte può essere un vettore importante che facilita e stimola la vita anche nel senso spirituale. Quante volte la fama di una persona, la notorietà che la distingue dagli altri, asseconda il desiderio di una maggiore perfezione e può essere il principio di una vita completamente nuova. Il Vangelo di Luca riporta un esempio singolare nella persona di Zaccheo, uno dei capi dei pubblicani di Gerico. Era un uomo di bassa statura sia fisica che morale che a seguito dell’incontro con Cristo si riscatta e si converte. La sua reputazione agli occhi dei Giudei non era proprio al massimo: godeva di fama di non osservante e ladro. La sua posizione era molto comoda; era capo degli esattori delle tasse: ricco, troppo sicuro di sé, spadroneggiava a suo piacimento, rubando lautamente. Vuole però vedere Gesù. Il Maestro che passa proprio sotto l’albero sul quale si era arrampicato, si ferma e gli parla. Lo sconcerto degli astanti è grande; la sua trasformazione è repentina. È stato galeotto l’auto-invito a pranzo del Maestro. Zaccheo confronta la sua vita con l’insegnamento e la persona di Gesù e comprende la vanità delle sue ricchezze e del suo sfacciato potere. Esce dal suo egoismo e dal mondo dorato di benessere e dominio. Chi, come Zaccheo, fa del denaro il fine della sua vita e l’oggetto del suo agire, è un povero miserabile ed un perdente. Cristo desidera la conversione, la propone a tutti e l’attende. Se, come Zaccheo l’accogliamo con disponibilità gioiosa e senza preclusioni, se gli apriamo la porta, la salvezza entrerà in casa nostra. P. Angelo Sardone