Sii purificato!

La semina del mattino

227. «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto» (Mc 1,44). La storia di ogni purificazione ha come riferimento solo ed esclusivamente Gesù, medico delle anime e dei corpi. Tante volte il Vangelo narra episodi di incontri particolari nei quali il Maestro ode il grido del malato o del peccatore, lo accoglie e lo sana dalle sue ferite esterne ed interiori. Il caso dei lebbrosi diviene emblematico perché si tratta di una categoria di malati messi al bando e da tutti scansati per via della malattia contagiosa e di una prescrizione legale. Spesso nella mentalità ebraica la lebbra era considerata una punizione di Dio. La guarigione operata da Gesù nei confronti di un lebbroso, viene detta purificazione proprio perché l’intervento non è solo esterno, non tocca cioè solo il corpo, ma guarisce l’anima, la purifica dai peccati. Segue una duplice ingiunzione fatta con tono severo: non dire niente a nessuno e va dal sacerdote. Ciò era determinato sia dal fatto che il lebbroso forse aveva infranto le regole di segregazione che esistevano anche allora, che per non generare facile entusiasmo tra la gente. Il sacerdote era deputato alla verifica della guarigione ed alla dichiarazione della perfetta guarigione, come prescritto da Mosè (Lv 14,2-32). La lebbra più terribile è il peccato: l’intervento purificatore di Gesù, concreto ed efficace, per suo volere viene mediato dal ministero della Chiesa e dal sacerdote col sacramento della Riconciliazione. In esso il sacerdote è coinvolto nel rito espiatorio davanti al Signore per colui viene purificato e perdonato. P. Angelo Sardone