Vorrei gridare come un pazzo

La semina del mattino

154. «Chiunque ascolta le mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia» (Mt 7,24). La predisposizione ad ascoltare non è sempre semplice. Si esprime in modalità virtuose con la disponibilità ed accoglienza, ed in modalità viziate da superficialità o assenza nel mettere in pratica quando viene detto. L’insegnamento di Gesù con gli esempi della roccia e della sabbia, esplicativi di una modalità basilare di accoglienza seria o di superficialità e leggerezza, vuole scuotere dalla tiepidezza e risvegliare un impegno fattivo nell’ascoltare e nel tradurre in pratica il messaggio proposto. I Santi hanno preso il Vangelo alla lettera e l’hanno reso vita della loro stessa esistenza. Un autentico gigante dell’attività e dell’ansia missionaria è il nobile spagnolo S. Francesco Saverio (1506-1552). Studiò teologia alla Sorbona di Parigi dove conobbe S. Ignazio di Loyola ed entrò nella Compagnia di Gesù da lui fondata. Ordinato sacerdote nel 1537, obbedendo al papa Paolo III che aveva chiesto di evangelizzare i popoli delle colonie delle Indie orientali, nel 1541 partì e dopo un anno di viaggio giunse fino a Taiwan, estendendo la sua evangelizzazione in Giappone. Arrivò vicinissimo alla Cina che era allora impenetrabile, approdando a Sancian dove svolse un’attività evangelizzatrice e sociale nei confronti dei bambini e dei malati. Gli stenti e le fatiche lo prostrarono, causandogli la morte ad appena 46 anni. Desiderava «gridare qua e là come un pazzo e scuotere coloro che hanno più scienza che carità» denunciando la perdita delle anime per la mancanza di operai del vangelo onde favorire le conversioni dei pagani al cristianesimo. Che straordinaria passione per le anime! P. Angelo Sardone