La vera purità

La semina del mattino. «Date in elemosina quello che c’è dentro, e per voi tutto sarà puro» (Lc 11,41). Elemosina e purità sono termini e realtà molto presenti nella mentalità e nel costume ebreo a livello comportamentale e relazionale. Anche Gesù ne fa largo uso nei suoi insegnamenti dottrinali. Il termine elemosina, nella sua etimologia esprime un sentimento di pietà ed un gesto di compassione. Nella teologia e nella prassi cristiana, unitamente alla preghiera e al digiuno, è un impegno ed un dovere per realizzare un autentico rinnovamento di vita non solo in tempo di Quaresima. Deve essere nascosta per evitare di evidenziare se stessi. La purità richiama l’immunità da contaminazioni, la pulizia esterna ed interna ed è anche sinonimo di sincerità ed innocenza. Nella cultura e nei riti ebraici la purità rituale era una rigorosa pratica istituzionale, espressa anche con le abluzioni rituali. Con l’avvento di Cristo tante forme arcaiche e legaliste sono superate da un modo diverso di concepire e presentare la vera purità e la ritualità non legate a formalismi puramente esterni. Gesù combatte questa mentalità e perciò viene attaccato dagli avversari. Egli chiarisce, confuta ed introduce un diverso e rivoluzionario modo di concepire la differenza tra ciò che è esterno, visibile, e ciò che riguarda invece l’interno, soprattutto il cuore. La meraviglia del fariseo dinanzi alla sua inosservanza dell’abluzione prima del pranzo viene smascherata da un insegnamento secco e deciso: al contrario dell’esterno che può essere ipocrita, bisogna purificare l’interno che talora è pieno di avidità e di cattiveria, anche da parte dei buoni e dei pii. Perché tutto sia puro, è necessario dare in elemosina quello che c’è dentro, vera ricchezza generosa, retta e coerente. P. Angelo Sardone